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Precotto, Villa e il Regio Viale per Monza

Storia, fatti e misfatti di un Borgo antico

Immaginate un paesino con un nome così buffo, Precotto, che alla nostra cultura del fast-food fa pensare immediatamente a cibi già cotti, a ristorazione veloce e via dicendo. Invece, niente di tutto questo perché, se girate pagina, v’accorgete di essere arrivati nel paese delle fornaci e dei mattoni cotti, dove gli Umiliati lavoravano i boldroni, i velli di pecora, da cui ricavavano ricche vesti cerimoniali. Un paese immerso originariamente nella campagna che precede la verde Brianza, dove i nobili milanesi di Porta Orientale avevano proprietà terriere e amavano passare l’estate. Succedeva così che nel Borghett come al Brughirolo, a Villanova o al Mandello, le cascine dei contadini stessero a fianco a fianco dei nobili palazzi degli Erba-Odescalchi, dei Visconti o dei Panza-Montaldi, in una sorta di convivenza e vicinanza solidale perché finalizzata a ricavare dalla terra il suo miglior prodotto. Eppure non finisce di stupire l’originalità di un borgo rurale che nei primi decenni dell’800 viene tagliato in due dal “regio viale” per Monza, rimanendone modificato per sempre, e un secolo dopo sul medesimo viale sancisce la divisione urbana e sociale
più sorprendente: da una parte, dove sorgono le antiche chiese parrocchiali da Turro a Gorla a Precotto, stanno le famiglie rurali e i paulott dal bianco colore politico; dall’altra parte, dove sorgono le grandi industrie, stanno le decine di officine dell’indotto e le case degli operai, sindacalizzati e rossi per anelito politico. Precotto, Villa e il Regio Viale per Monza è un territorio della vecchia Milano ancora tutto da scoprire.

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Precotto, Villa e il Regio Viale per Monza
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