Milano, immagini e ricordi
Questo libro tratta per lo più di fatti e fatterelli a volte lepidi, a volte singolari, memorie di questa nostra cara città raccolte con diligenza e scritte con stile semplice, non senza un pizzico di arguta bonomìa. Curiosità di cui qui di seguito s’è pensato di fornire qualche saggio in anteprima.
Tale il caso di Cesare Confalonieri, primo oboe della Scala, il quale al negoziante che, vedendolo incerto se acquistare o no un oggetto costoso, lo rassicurava: «El pagherà on tant al més», rispose: «Ma mì voeùra pagà pòcch al més».
E che dire della bonomìa denigratoria del popolino solito storpiare i nomi che gli paiono incomprensibili? Ecco così il poeta Berchet diventare el Barchett de Boffalora o la chiesetta di S. Ambrogio ad Nemus trasformarsi in uno sbrigativo S. Ambroeus, andemm!
Mica tanto da ridere, invece, l'imbarazzante forma di dissenteria che nel 1431 impedì a Filippo Maria Visconti di ricevere e accompagnare l'imperatore Sigismondo di passaggio nella nostra città. Eh, ci fosse stato a quei tempi il prof. Palletta, l'illustre clinico che furoreggiò alla Ca' Granda tra il 18° e 19° secolo! Con lui guarivano anche gli ipocondriaci. Come? Prescrivendo loro di attaccarsi ogni mattino e per un quarto d'ora alla pompa dell'acqua.
Più gradito, senza dubbio, l'espediente adottato dalle massaie milanesi per tener lontano il mal di gola: mangiare a S. Biagio, il 3 di febbraio, una fetta del panettone avanzato a Natale e divenuto stantìo.
Tale il caso di Cesare Confalonieri, primo oboe della Scala, il quale al negoziante che, vedendolo incerto se acquistare o no un oggetto costoso, lo rassicurava: «El pagherà on tant al més», rispose: «Ma mì voeùra pagà pòcch al més».
E che dire della bonomìa denigratoria del popolino solito storpiare i nomi che gli paiono incomprensibili? Ecco così il poeta Berchet diventare el Barchett de Boffalora o la chiesetta di S. Ambrogio ad Nemus trasformarsi in uno sbrigativo S. Ambroeus, andemm!
Mica tanto da ridere, invece, l'imbarazzante forma di dissenteria che nel 1431 impedì a Filippo Maria Visconti di ricevere e accompagnare l'imperatore Sigismondo di passaggio nella nostra città. Eh, ci fosse stato a quei tempi il prof. Palletta, l'illustre clinico che furoreggiò alla Ca' Granda tra il 18° e 19° secolo! Con lui guarivano anche gli ipocondriaci. Come? Prescrivendo loro di attaccarsi ogni mattino e per un quarto d'ora alla pompa dell'acqua.
Più gradito, senza dubbio, l'espediente adottato dalle massaie milanesi per tener lontano il mal di gola: mangiare a S. Biagio, il 3 di febbraio, una fetta del panettone avanzato a Natale e divenuto stantìo.
Milano, immagini e ricordi