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Storie di Grugliasco

Pestilenze e seterie, cascine e auto leggendarie

La bellezza dell’Italia, che già Byron esaltava e commiserava (dato che essa aveva attratto gli stranieri invasori) è costituita da tante città, ciascuna con un suo carattere, spesso leggibile in antiche strutture (mura, castelli, palazzi, chiese) e da riscoprire nelle tradizioni conservate o fatte rivivere. In un anno di ricerche e incontri, l’Autore ha scoperto in Grugliasco una città moderna dall’anima antica, in cui fatti lontani (come la peste del 1559) diventano occasione di incontri e feste, dove si riscoprono le vestigia di una industrializzazione che inizia nel 1400 e si rammenta la crescita rapida e tumultuosa del secolo scorso. Una città dove si sono ristrutturate, per nuovi usi, parchi e ville, chiese, cappelle, campanili e cascine barocche circondate da prati e mandrie, anche se le vicine fabbriche ricordano che Grugliasco è soprattutto città di lavoratori. Una città non è fatta solo di edifici, strade o alberi, ma di persone e così molte pagine del libro sono costituita dai racconti dei cittadini, alcuni originari dell’antico borgo, altri venuti da lontano, politici e contadini, impiegati e artisti, professionisti e operai. Emerge il ritratto di una città viva, in cui si lavora e si collabora, come testimonia la più grande festa cittadina, quella del Palio delle Gru. Forse le gru oggi hanno scelto altre rotte, per le loro migrazioni, ma ci piace pensare che esse, faccendo in aere di sé lunga riga, passino ancora alte, sull’imbrunire, sopra la chiesa e l’antica torre del borgo.

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Storie di Grugliasco
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